Il cambiamento climatico è una realtà e sta cambiando rapidamente le condizioni di vita sulla Terra.
Ancora oggi gran parte del consumo energetico totale del mondo proviene da combustibili fossili, con tutto l'inquinamento che ne consegue.
Dall'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi nel 2016, la comunità internazionale ha trovato un terreno comune nei suoi sforzi per mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5° C.
Oggi oltre il 60% di tutti i gas serra attualmente emessi sono legati al settore energetico (UN 2020). Ciò significa che abbiamo un'enorme opportunità di innovazione nella produzione di energia in maniera alternativa.
Mentre attualmente solo meno di un terzo dell'approvvigionamento energetico mondiale proviene da fonti rinnovabili (IEA 2020).
Con questo mix energetico, non raggiungeremo l'accordo di Parigi sul clima.
Nonostante i progressi, riteniamo che si possa fare di più per ridurre le conseguenze del cambiamento climatico.
Crediamo che una transizione energetica responsabile e inclusiva sia un prerequisito per un futuro sostenibile, e che una rapida de-carbonizzazione sia fondamentale se si vuole raggiungere questo obiettivo.
Una pratica è socialmente e ambientalmente sostenibile, se può continuare nel tempo senza causare danni alle persone e al pianeta.
Ma una pratica sostenibile può anche generare valore, quando ha la capacità di migliorare qualcosa a beneficio delle persone e/o del pianeta.
A questa domanda ha risposto il dott. Mariano Negri, CEO di CMD Spa:
“Per rispondere correttamente a questa domanda che di certo, oggi più che mai, tanti imprenditori si stanno ponendo, occorre capire cosa significa avere un comportamento etico.
Prima di tutto occorre chiarire la differenza tra ciò che non è etico e ciò che non è legale. Il rispetto delle leggi di Stato in cui si opera è un semplice presupposto per operarvi e non rappresenta nulla di straordinario.
Il concetto di etica nel business è sempre più presente ma, per capirlo, dobbiamo rispondere alla domanda: qual è il ruolo dell’impresa?
Di fronte a questa domanda possiamo scegliere fondamentalmente una delle risposte: pura massimizzazione della produzione attuale di valore, oppure remunerazione del capitale investito, proseguendo e coltivando anche un insieme di interessi di stakeholders, ossia di clienti, dipendenti, fornitori con responsabilità sociale con tutti i membri del territorio che ci circondano.
Solo quest’ultima risposta, che mette al centro le persone e il territorio in cui operiamo, ci permette di parlare di un’impresa etica, chiamata anche sostenibile.
Detta così sembra molto semplice: mettiamo da parte il fatturato e andiamo a migliorare il mondo.
In realtà le due cose sono molto collegate, in quanto il comportamento etico non serve per apparire né per fare la beneficenza, ma sta alla base del successo aziendale”.